In questo episodio voglio condividere 2 aspetti che costituiscono le fondamenta dello studio sul funzionamento della mente che mi accompagnano da un po’ di tempo.
- Il primo è legato alla scienza delle abitudini e al famigerato Reward System, il sistema che si accende di fronte ad uno stimolo e che attiva il nostro sistema limbico, fa produrre dopamina e ci porta a ricercare ancora e ancora quello stimolo.
Man mano che ripetiamo un comportamento, formiamo un’abitudine, strettamente correlata alla neuroplasticità, perché il nostro cervello fa accadere delle cose: un Network di neuroni inizia a connettersi.
All’inizio le connessioni sono deboli, ma ogni volta che riviviamo la situazione, le connessioni diventano sempre più forti. Nel frattempo, la guaina mielinica, la guaina che scherma l’assone del neurone, diventa sempre più spessa. Ciò consente all’impulso elettrico di propagarsi più velocemente e farlo senza dispersioni.
Le connessioni neurali stabili e ben strutturate sono alla base di un atto abitudinario che diventa un atto inconscio. - Per finire c’è il potere delle emozioni, governate da una struttura piccola piccola, grande come una mandorla situata nel lobo temporale del cervello: l’amigdala.
È in grado di fornire a ogni stimolo il giusto livello di attenzione, lo arricchisce delle emozioni associate e infine avvia l’immagazzinamento sotto forma di ricordo (con precedenza assoluta per la paura).
Incredibile scoprire che le emozioni governano tutto, anche il prendere decisioni estremamente razionali.
Conoscere queste informazioni cambia profondamente il modo di vivere la professione, di capire il paziente e accompagnarlo nel processo di cambiamento.
“L’inizio di tutto era emozione, quindi sentirsi non è un processo passivo.” – Antonio Damasio