Gli ostacoli alla comunicazione empatica

RICORDA: La comunicazione empatica porta a creare una relazione di cooperazione con l’altro, in maniera libera, spontanea e volontaria, nel pieno rispetto dei bisogni di ciascuno.

Comprendere i principali ostacoli alla comunicazione empatica diventa allora fondamentale, se vogliamo creare una vera connessione tra noi e gli altri, indipendente dalla natura personale, sociale o lavorativa.

Ne ho individuati almeno 12 e scommetto che anche tu, senza volerlo, sarai incappato almeno una volta nella vita in uno di questi.

1) Il maggior ostacolo allo sviluppo di una relazione empatica è sicuramente rappresentato dal pregiudizio o preconcetto

2) La punizione: “Se non cambi il tuo comportamento ti punisco”

La punizione non funziona mai se ci rendiamo conto del suo costo. La punizione distrugge la possibilità degli uomini di donare col cuore e, più le persone sperimentano la punizione, meno provano il piacere di donare (ricordi libero, spontaneo e volontario di cui parlavo all’inizio?).

3) La ricompensa, il premio: “Se cambi il tuo comportamento ti premio”

Premiare un’altra persona può sembrare una cosa gentile da fare, ma se osservi attentamente, è disumanizzante quanto la punizione.

Si usa la punizione e/o la ricompensa solo quando vuoi far fare alle persone quello che vuoi tu, ma è molto distruttivo se vuoi avere una relazione di libera cooperazione con l’altro (torna sempre il concetto di libero, spontaneo, volontario).

Il premio distrugge la cooperazione a vantaggio della sottomissione e della competizione.

La punizione e il premio sono sicuramente le sfide più grandi da affrontare per un genitore con i propri figli.

4) Il senso di colpa: “Mi fai veramente star male quando ti comporti così” oppure “Mi fai arrabbiare quando ti comporti così”

Cerchiamo di far sentire l’altro colpevole per quello che ha fatto. Senza volerlo, gli facciamo credere che sta ferendo i nostri sentimenti, di essere responsabile del nostro malessere.

5) La vergogna: usiamo il linguaggio della critica che implica che le persone sbagliano quando fanno determinate cose. “Sei egoista quando fai questa cosa” oppure “Sei irresponsabile”.

Pensiamo di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è bene e cosa è male, cosa è appropriato e cosa no.

Se la persona ti crede, verrà meno il rapporto empatico perché la vergogna impedisce la cooperazione.

6) Il senso del dovere: si cerca di far fare alle persone le cose per obbligo.

7) Avere un atteggiamento indagatore concentrato più sui particolari che su ciò che sta vivendo l’altro.

8) La tendenza a offrire soluzioni ai problemi altrui basandosi sulla propria esperienza.

9) Utilizzare frasi consolatorie generaliste che non considerano la specificità della situazione.

10) Esprimere giudizi personali su cosa sia accaduto.

11) Impostare il discorso su di sé, riportando le proprie esperienze.

12) Trarre conclusioni affrettate. Questo implica la mancanza di un ascolto attento e attivo, perché non si lascia parlare l’altro.

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Dott.ssa elena bizzotto

Adoro i professionisti che vogliono migliorare la loro comunicazione per instaurare relazioni di qualità. Con loro condivido quello che so del mondo della comunicazione efficace. Le parole sono vera cura, se noi ci curiamo di loro.