Questa puntata nasce da uno spunto che mi ha dato il mio amico Sebastiano Dato, Coach e Counseler, che proprio in questo periodo sta scrivendo una tesi per la Laurea in Scienze Psicologiche sull’argomento legato alle emozioni e al loro effetto sullo stato di salute non solo psichico, ma anche fisico.
Siamo partiti da un video del Dott. Dan Siegel, laureato alla Harvard Medical School e professore di psichiatria all’UCLA (l’Università della California a Los Angeles). Direttore fondatore del Mindful Awareness Research Center dell’Università e Direttore Esecutivo del Mindsight Institute.
Questo istituto è focalizzato sul far esplorare a individui e gruppi, i legami che esistono tra:
- MENTE
- RELAZIONI UMANE
- PROCESSI NEUROBIOLOGICI DI BASE
Il Dott. Siegel esplora da tempo anche emozioni ed empatia nei bambini.
Parte da un’idea che si chiama INTEGRAZIONE NEURALE.
Un concetto che serve a descrivere come diversi elementi possono essere messi insieme in modo funzionale e portare armonia nella nostra vita.
L’integrazione riguarda:
- il cervello
- la mente
- le relazioni
Alle relazioni dedica moltissima attenzione, anche perché all’interno del mondo della ricerca uno dei primi fattori legati al benessere inteso come salute mentale, salute fisiologica/medica, longevità e felicità è proprio il coltivare buone relazioni.
Il Dott. Siegel spiega il funzionamento della NEUROBIOLOGIA INTERPERSONALE attraverso quello che scherzosamente definisce l’handy model of the brain.
Il nostro cervello, nelle sue 3 componenti principali [riprendendo la teoria dei 3 cervelli] può essere rappresentato da un pugno chiuso in cui il pollice si trovi a contatto col palmo della mano, sotto le altre 4 dita.
Il polso e l’avambraccio rappresentano il midollo spinale e il nervo vago.
Il midollo spinale è una struttura appartenente al sistema nervoso centrale e mette in comunicazione il cervello con il resto dell’organismo. Attraverso i nervi spinali porta informazioni verso gli altri organi e le altre parti del corpo e invia al cervello i segnali provenienti dal resto dell’organismo.
Il midollo spinale e il nervo vago si collegano direttamente al tronco encefalico, che corrisponde al CERVELLO ANTICO, RETTILIANO, rappresentato dal palmo della mano.
Questo si sviluppa già nel feto, in utero.
Compare 300 milioni di anni fa e controlla le attività automatiche fondamentali per il mantenimento dell’omeostasi corporea e delle funzioni vitali. È alla base dei
comportamenti primari legati alla sopravvivenza (attacco-fuga, digestione, sonno-veglia, riproduzione).
Appoggiando il pollice al palmo, appare il CERVELLO Paleoammifero o LIMBICO: area correlata alle emozioni e all’affettività.
Si sviluppa con l’evoluzione dei mammiferi (paleomammiferi) circa 200 milioni di anni fa ed è la seconda area del cervello che prende forma già in utero.
È alla base dei comportamenti di cura e relazioni sociali con i propri simili.
Chiudendo le dita sul pollice e il palmo, rappresentiamo la NEOCORTECCIA.
Il Cervello Neomammifero o Neocorticale presiede alle funzioni mentali-cognitive più evolute specifiche dell’Homo sapiens sapiens (neomammifero) come il linguaggio, il pensiero (logico-analitico-matematico, ma anche analogico-intuitivo-artistico), la capacità di astrazione e pianificazione, i sentimenti e le emozioni più complesse, l’autocoscienza.
È quella parte del cervello che si modella sull’esperienza.
La CORTECCIA PREFRONTALE (rappresentata dalle ultime falangi, che toccano sia il palmo sia il pollice) rappresenta quella parte del cervello che attualmente permette alla corteccia (cortex) di arrivare all’area limbica e connette anche il tronco encefalico per prendere informazioni dal corpo.
È questa parte del cervello che ci permette quindi di “entrare” nel sistema nervoso degli altri.
Perché se fai riflessione (Reflection) e coltivi buone relazioni (Relations) che si prendono cura e si connettono, in realtà stimoliamo la crescita di FIBRE INTEGRATIVE nel cervello e queste sono le fibre che ti permettono di avere resilienza (Resilience).
Queste componenti cerebrali non devono sconnettersi tra loro, perché la loro integrazione armonica consente di:
- regolare gli impulsi
- essere consapevoli delle proprie emozioni e di quelle degli altri
- essere morale
- essere intuitivo
- avere percezione del passato
- essere presenti nel qui e ora
- immaginare il futuro
- ecc.
Essere empatici significa mantenere sempre integrate queste strutture, perché ti consentono di sentire l’altro, senza mai sconnettersi da sé stessi.
Questo e molto molto altro all’interno di questa magnifica intervista con Sebastiano Dato.
“Empatia: piuttosto che mettersi nei panni dell’altro, si tratta di ‘sentirsi sentiti’.” – Sebastiano Dato